Facciamo chiarezza. Sebbene i due termini vengano spesso usati indistintamente, non sono sinonimi.
Addestrare significa “render destro”, cioè abile allo svolgimento di compiti prefissati ed attività, in particolare è un vocabolo molto comune in ambito militare.
Educare invece secondo l’etimologia latina indica il “condurre fuori”, cioè il far emergere le abilità innate di un individuo.
Per educare a volte è necessario addestrare, in quanto apprendere competenze nuove può aiutare la persona (o il cane in questo caso) a sviluppare le proprie capacità.
Allora da dove vengono le incomprensioni?
L’educazione è troppo frequentemente semplificata con un comportarsi “bene” opposto ad un comportarsi “male”, ma sappiamo come non sia così facile definire le due parti; soprattutto dal punto di vista di un cane. Infatti il modo in cui agisce è per lui sempre quello corretto, perchè è l’unico in grado di mettere in atto in quel momento!
Purtroppo inoltre l’addestramento viene spesso associato a metodologie rigide e severe, se non violente, di insegnamento; con la funzione di assoggettare qualcuno alla volontà di qualcunaltro, rendendolo quasi un automa pronto agli ordni. Questo perchè in passato le relazioni venivano impostate in questo modo: marito-moglie, genitore-figlio, insegnante-allievo, comandante-soldato, padrone-servo, ecc…, in cui vi era una persona superiore a cui bisognava ubbidire senza eccezioni e con ogni mezzo se necessario.
Oggi però le cose sono cambiate!
La società è diversa, la sensibilità della gente è aumentata, così come le conoscenze in ambito psicologico.
Per questo motivo anche il lavoro svolto con i nostri animali dovrebbe essere differente ed adeguarsi alle moderne circostanze.
Le vecchie maniere, che mirano solo ad inbire e a piegare il cane alla nostra volontà, si sono rivelate deleterie per il benessere del nostro amico a quattro zampe, oltre che dannose nella nostra relazione con lui.
Lo scopo perciò non è più rendere il cane un nostro accessorio, o un nostro strumento o una decorazione del giardino; ma un vero e proprio membro della famiglia, con una propria personalità, una propria volontà e delle attitudini da sviluppare per renderlo al massimo felice!